Ma come scrive questo giudice?

magistratiHo letto con un certo stupore, nel «Corriere del Veneto», gli atti della Procura della Repubblica di Venezia e, soprattutto, del Giudice per le indagini preliminari relativi alla posizione del sindaco dimissionario di Venezia, Giorgio Orsoni.

scaramuzzaNon parlo, qui, dei contenuti di questi atti, che svelano l’andazzo che tuttora governa il finanziamento delle campagne elettorali. Parlo della scrittura di questi atti, in particolare quella del giudice delle indagini preliminari. Potete leggere ampi stralci del testo nel «Corriere del Veneto» (cliccate sull’immagine). E non voglio neanche parlare degli errori sintattici, che pure sono presenti («Quanto alla consegna da parte del contributo dal Mazzacurati all’Orsoni»): posso capire che una certa sciatteria redazionale, che pure dovrebbe essere evitata, è il prezzo da pagare in indagini tumultuose e delicate.

Mi riferisco, invece, al tenore stilistico generale del testo. Riporto due brani, stilisticamente contraddittori. Il primo:

La divergenza è facilmente superabile laddove si ammetta, come una consolidata consuetudine suggerisce e conferma, che tra persone di mondo questi affari si regolano con portamenti concludenti e discreti, senza formule sacramentali e atteggiamenti grossolani. È dunque perfettamente plausibile che la «consegna a domicilio» riferita dall’ing. Mazzacurati sia stata la semplice collocazione di una busta anodina in una stanza qualunque con vereconda indifferenza, seguita dalle consuete reciproche manifestazioni di cavalleresche cortesie. Del resto, nessuna persona ragionevole può pensare che un tale incontro, comprensibilmente imbarazzante per entrambi, si sia concluso con una metodica verifica contabile di una frusciante mazzetta.

Ed ecco il secondo:

Poi [le iniziative elettorali] vennero effettuate, emergendo l’effettività dei finanziamenti illeciti pervenuti.

Credo che qualsiasi lettore riesca a riconoscere la stucchevole creatività stilistica del primo brano e la debolezza grammaticale del secondo, con un gerundio buttato lì a caso, del tutto irrelato ai componenti della frase reggente. Il secondo difetto non mi stupisce (capitano spesso, nei testi dei magistrati, frasi sintatticamente approssimative); il primo, invece, credevo che fosse un relitto, non più in uso, di un vecchissimo modo di concepire la scrittura del giudice.

Non servono particolari commenti. Anzi, l’unico commento è proprio: no comment.

Ma come scrive questo giudice?ultima modifica: 2014-06-13T15:26:14+02:00da cortmic
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