Gli ottant’anni di Tullio De Mauro

De Mauro 2.jpgCompie oggi 80 anni Tullio De Mauro, probabilmente il linguista italiano più noto al grande pubblico, anche in virtù del suo grande impegno civile, che l’ha  portato, tra l’altro, all’incarico di Ministro della Pubblica Istruzione nel Governo presieduto da Giuliano Amato (2000-2001).

Ieri lo hanno festeggiato allievi, colleghi ed estimatori in un convegno che si è tenuto all’Università “La Sapienza” di Roma, l’Ateneo nel quale si è laureato (come allievo di Antonino Pagliaro), nel quale ha iniziato la carriera universitaria come assistente volontario e che dal 1974 al 2004, anno del pensionamento, è stata sede della sua attività didattica e di ricerca.

Un blog che si occupa di parole non può non ricordare questa ricorrenza.

L’intensa vita di Tullio De Mauro è ben sintetizzata nel sito ufficiale, che gli amici hanno preparato e tengono aggiornato.

Qui mi limito a ricordare il ruolo fondamentale che Tullio De Mauro ha avuto nel rinnovamento della linguistica in Italia. Negli anni Sessanta (quando aveva, quindi, trent’anni o poco più), De Mauro ha pubblicato alcuni studi che hanno cambiato, in molti settori, l’impostazione degli studi linguistici italiani.

Ha fatto conoscere integralmente, in italiano, il Corso di linguistica generale di F. de Saussure, con introduzione e commento (Laterza, Bari, 1967); ha scritto una Introduzione alla semantica, Laterza, Bari, 1965, nella prospettiva di sviluppare anche in Italia gli studi semantici, per diverse ragioni, antiche e moderne, non sufficientemente coltivati in Italia (e studi più specifici, tra i quali due splendide analisi della storia delle parole classe e democrazia, sono raccolti in Senso e significato. Studi di semantica teorica e storica, Adriatica, Bari, 1971).

Ma soprattutto ci ha dato quello che si può a pieno diritto considerare, per l’assoluta originalità della sua prospettiva e della sua impostazione, il capolavoro della linguistica italiana del Novecento: la Storia linguistica dell‘Italia unita (Laterza, Bari, 1963), un libro che ci ha davvero fatto vedere la storia recente della nostra lingua con occhi diversi.

È un long seller, giunto alla  quindicesima edizione, che oggi risulta al tempo stesso attualissimo e datatissimo: attualissimo perché l’impostazione data (la storia delle classi sociali ricostruita attraverso la lingua) e le informazioni contenute, molte delle quali di primissima mano, sono ancora pienamente valide; datatissimo perché proprio l’uscita di questo libro e la prospettiva che ha messo davanti agli occhi dei linguisti hanno portato allo sviluppo di una serie amplissima di studi che fanno sì che oggi, quasi cinquant’anni dopo, abbiamo, per fortuna, una quantità di dati, analisi, conoscenze sull’italiano di oggi incomparabilmente più ricche di quelle che poteva avere a disposizione De Mauro negli anni Sessanta.

Non c’è dubbio: senza l’esperienza di studioso concretizzatasi nella Storia linguistica dell‘Italia unita, non ci sarebbe stato, o sarebbe stato diverso, l’impegno civile di Tullio De Mauro, soprattutto per quel che riguarda la sua appassionata e ininterrotta battaglia per il miglioramento dell’educazione scolastica, in primo luogo quella linguistica, in Italia. E senza quell’esperienza difficilmente sarebbe nata quell’associazione di studiosi che è la Società di linguistica italiana (SLI), che ha allargato a un’ampia fetta della comunità degli studiosi il rinnovamento degli studi proposto e attuato da Tullio De Mauro e ha sempre curato l’applicazione nella scuola e nella società (particolarmente attraverso il Giscel) dei risultati della ricerca linguistica.

Gli ottant’anni di Tullio De Mauroultima modifica: 2012-03-31T12:04:00+02:00da cortmic
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