Il grammatico legge il giornale della sua città, il “Mattino di Padova”. Lo interessa un articolo sulle difficoltà della ditta produttrice del tram che da alcuni anni percorre le vie della città. A un certo momento, un trasalimento: è quando legge questa frase:
Già, cospiquo con la “q”, invece che con la corretta “c”.
L’errore persiste nell’edizione on line.
Il tram non porta bene ai giornali. Ancora nel 2007 (8 maggio, p. 9), il “Corriere del Veneto” aveva prodotto un bell’errore sintattico, evidentemente dovuto a un’incompleta ristrutturazione della frase: :”lo stesso accadrà come il tram di Clermont Ferrand”.
Nei miei appunti trovo anche frequenti usi della preposizione davanti a ridotta a davanti (“Il Treviso”, 8 maggio 2007, p. 30: “Ottantenne muore/davanti l’ambulatorio”, e una sorte simile capita spesso a vicino), o un dilapidata per lapidata (“Metro”, 8 maggio 2007, p. 16: “Iraq, diciassettenne dilapidata per una fuga d’amore con un musulmano”). E ricordo, nella prima metà degli anni Novanta, quando extracomunitario alternava ancora con terzomondiale, un incredibile extramondiale che indicava non un marziano a spasso per Padova, ma uno straniero proveniente da qualche paese del continente africano (e mi rammarico di aver conservato la chicca solo nella mia memoria).
Sbagliare capita a tutti, specialmente in un lavoro nel quale la fretta prevale sull’attenzione. Neppure i mitici Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella sono esenti da errori: loro è un refuso che fa diventare deleghe le deroghe concesse dall’allora Presidente della Camera Fausto Bertinotti:
Ma non c’è fretta che tenga nel più incredibile degli errori giornalistici che mi è capitato di vedere: il titolo di un recente numero del “Corriere del giorno” (21 febbraio 2012), nel quale il francesismo chance è reso con la grafia maccheronica scians:
Un tentativo, coronato da successo, di fare concorrenza, nell’ignoranza delle lingue straniere, al doggy stile del Dipartimento fiorentino di Biotecnoclogie agrarie.