La parola dell’anno: gelicidio

Gelicidio_6757 Si avvicina il momento in cui si proclamano le parole dell’anno, cioè le parole, di solito i neologismi, che sono apparse più significative e rappresentative dell’anno che sta per finire. Io ho già scelto la mia parola dell’anno. È gelicidio. Il suo significato, secondo il dizionario Treccani, è ‘fenomeno meteorologico piuttosto raro (anche detto tempesta di ghiaccio, vetrone, vetrato), per il quale l’acqua piovana, cadendo con temperatura inferiore a 0 °C (ma ancora liquida per soprafusione), si congela rapidamente a contatto degli oggetti colpiti, rivestendo tutto di ghiaccio liscio e limpido e arrecando gravissimi danni alla vegetazione’. Deriva dal lat. gelicidium, a sua volta composto di gelu ‘gelo’ e di -cidium, da cadĕre ‘cadere’.

Non è, in realtà, una parola recente. Nella storia dell’italiano, nel significato più generico di ‘gelata, brinata’, o ‘gelo, temperatura rigida’, o ‘ghiaccio, brina’, è attestata fin dal Trecento. In anni recenti la parola è stata recuperata nel lessico della metereologia, nel significato che ho riportato prima. Di qui è stata, sia pure sporadicamente, ripresa dai giornali: occorrenze di gelicidio si trovano nel «Corriere della Sera» dal 2006. A dicembre 2009, in occasione di un gelicidio che si è verificato nella pianura padana, il «Corriere della Sera» ha dedicato una scheda alla parola.

Io ne ho scoperto l’esistenza solo quest’anno, tra febbraio e marzo, gelicidiobisquando ho visto i boschi tra Postumia e Lubiana come bruciati. Un disastro. Così, per capire cosa fosse successo, ho cercato notizie nel “Piccolo” di Trieste, e ho scoperto che il fenomeno si chiama, per l’appunto, gelicidio. Una testimonianza dell’agghiacciante fenomeno, ripreso al di qua del confine, in Friuli, si ricava da questo filmato. Quindi, per la mia biografia linguistica (per quello che vale) gelicidio è parola del 2014.

In Facebook, nella pagina della trasmissione radiofonica La lingua batte, ieri un membro del gruppo ha chiesto se qualcuno avesse mai sentito la parola gelicidio, trovata in un sito svizzero. Ne è scaturita una discussione nutrita e interessante. C’è chi ha pensato che fosse una voce tipica dell’italiano ticinese; chi ne ha capito il significato considerandolo traduzione del francese verglas o del tedesco eisglatt; chi ha ricordato che «in italiano esiste, dal 1910, un sinonimo altrettanto efficace: calabrosa ‘Rivestimento di ghiaccio tenace, compatto, translucido, proveniente dal rapido congelamento di goccioline d’acqua sopraffuse’» (questa volta il vocabolario di riferimento è lo Zingarelli); chi infine ha ricordato un altro corrispettivo italiano, galaverna, innescando un’aspra discussione se la galaverna «è solo la nebbia che condensa e ghiaccia a contatto degli alberi, mentre il gelicidio è la pioggia che cade quando la temperatura è sotto zero, e ghiaccia a contatto con le superfici fredde», o se invece la galaverna possa formarsi sì dalla nebbia, ma anche dalla pioggia: come si legge nelle pagine meteo del sito www.leonardo.it, «possiamo distinguere due tipi di galavernagalaverna: la galaverna di nebbia e quella di pioggia. La galaverna di nebbia non è mai dannosa per le piante. Essa si forma quando la temperatura esterna risulta al di sotto dello zero e la zona presa in esame viene coperta da una formazione nebbiosa. Le minuscole goccioline che formano la nebbia si mantengono allo stato liquido anche se la temperatura dell’’aria risulta negativa. Quando queste goccioline vengono a contatto con i rami degli alberi, che presentano anch’’essi temperatura negativa, si ha il loro congelamento. Tutto ciò determina una galaverna “soffice” che ammanta le piante come se fosse neve. […] Tutt’altro discorso riguarda la galaverna di pioggia, chiamata anche “gelicidio”. Essa si forma quando una precipitazione risulta piovosa anche con temperature al di sotto dello zero. In inverno può capitare benissimo che uno strato di aria fredda a temperatura negativa rimanga intrappolato in prossimità del suolo. Se in quota la temperatura risulta positiva, la precipitazione che ne deriverà non potrà essere nevosa, ma piovosa. In questo caso il diametro delle gocce risulta molto superiore a quello delle goccioline presenti nella nebbia, con conseguente maggiore congelamento delle strutture esposte. Il procedimento di formazione della galaverna di pioggia è uguale a quello della galaverna di nebbia, cambia solo la quantità di acqua che cade dal cielo».

Insomma, gelicidio, la parola che mi aveva incuriosito quando l’avevo letta la prima volta, ha incuriosito e interessato altri osservatori attenti della lingua italiana.

La parola dell’anno: gelicidioultima modifica: 2014-12-17T23:10:36+01:00da cortmic
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