La sagacia del Presidente

seggi elettoraliNel momento in cui viene pubblicato questo post, si stanno insediando i 61.598 seggi che garantiranno ai 47.154.711 elettori per la Camera dei Deputati e ai 43.224.709 per il Senato della Repubblica di poter esercitare, se lo vogliono, il loro diritto di voto. Presidenti e scrutatori avranno, come sussidio per affrontare dubbi e problemi che inevitabilmente si presenteranno loro, le Istruzioni per gli uffici elettorali di sezione, una delle pubblicazioni peggio scritte nella pur orripilante biblioteca dell’amministrazione pubblica italiana (ma, sia chiaro, non è che negli altri Paesi le cose vadano in modo radicalmente diverso).

1948.jpgQuando ho davanti agli occhi quel manuale, mi viene prepotentemente alla mente il giudizio di Lucio Dalla sulla musica andina (“La musica andina, che noia mortale, sono più di vent’anni che si ripete sempre uguale”). Anche il manuale di istruzioni per presidenti e scrutatori si ripete non da vent’anni, ma da sessant’anni sempre uguale. Ed è di una noia mortale.

Certamente un manuale di istruzioni non può essere un testo brillante e divertente. Ma utile ed efficace sì. Io penso che sessant’anni fa lo fosse: la legislazione era più semplice e ridotta, il ceto che veniva chiamato a presiedere i seggi più omogeneo, e composto, ben più di adesso, da funzionari pubblici, le scuole dei partiti (benemerita istituzione democratica di un tempo andato) provvedevano a una puntuale e puntigliosa istruzione degli scrutatori inviati nei seggi.

Oggi non è più così. In gran parte per fortuna. I seggi sono composti per lo più da cittadini normali che cercano di fare un servizio alla propria comunità (con i compensi che vengono loro attribuiti si tratta poco più che un’azione di volontariato), gli elettori sono sempre più consci dei propri diritti, veri o presunti (bufale diffuse tramite Internet comprese), la legislazione si è fatta più contorta e complessa, spesso per poter garantire a tutti i cittadini, compresi quelli che hanno difficoltà, la piena realizzazione del loro diritto di voto.

Ma allora il manuale dovrebbe tener conto di tutto questo, nello stile e nella struttura. Purtroppo non è così. È scritto senza pensare a chi è diretto: nei seggi lavorano persone normali, non funzionari ministeriali con forti conoscenze giuridiche. È scritto senza pensare a quale uso se ne deve fare: non è un trattato, ma un libro di istruzioni, che deve essere letto e usato in fretta, in situazioni di stress e di lavoro convulso. È scritto senza pensare a qual è l’italiano corrente, quello che parlano tutti gli italiani normali, quello nel quale si può scrivere della maggior parte degli argomenti trattati nel libretto di istruzioni. È scritto contravvenendo a quello che ci insegnava la retorica classica: bisogna scrivere tutto quello che è necessario (quod opus est), ma solo quello che è sufficiente (quod satis est), senza inondare il destinatario di troppe informazioni che lo aggravano nella lettura e lo confondono.

Immagine.jpgAnche nel manuale appena stampato per le elezioni di questi giorni, restano tutte le caratteristiche negative che in ogni edizione del manuale si ripetono sempre uguali.

Leggete questo passo:

La citata legge 5 febbraio 2003, n. 17, prevede inoltre che l’annotazione del diritto al voto assistito possa essere previamente inserita – su richiesta dell’interessato corredata della relativa documentazione – a cura del Comune di iscrizione elettorale, mediante apposizione di un corrispondente simbolo o codice nella tessera elettorale personale, nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia di riservatezza personale ed, in particolare, del codice in materia di protezione dei dati personali approvato con decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 (art. 55, ultimo comma, aggiunto dall’art. 1, comma 2, della legge 5 febbraio 2003, n. 17).

L’avete capito a prima lettura? Non credo. Ma un manuale deve essere capito a prima lettura, perché serve a presidente e scrutatori per risolvere le questioni difficili che riguardano un elettore mentre preme la coda degli altri elettori. Se l’istruzione è scritta così, tanto valeva dare in mano ai componenti del seggio la legge nuda e cruda (che a volte, sembra impossibile, è più leggibile delle istruzioni!).

presidente.jpgE che dire del richiamo a una particolare caratteristica che dovrebbe essere posseduta dal presidente di seggio, la sagacia, una qualità rappresentata da una parola che emerge dai reconditi della nostra lingua:

È rimesso, quindi, alla capacità ed alla sagacia del presidente il compito di vanificare ogni eventuale tentativo, da parte di alcuno, di sollevare, senza fondato motivo, incidenti o contestazioni per turbare l’andamento delle operazioni, o per rendere incerti i risultati dello scrutinio, tenuto conto del fatto che il parere degli scrutatori è obbligatorio, ma non, per lui, vincolante.

Chissà se di sagacia del Presidente si parla già dal 1948. Sicuramente, posso testimoniarlo, se ne parla dal 1981, dal primo manuale di istruzione per i seggi che ho letto.


Scan_Pic0003.jpgNel 2008, assieme ai miei allievi Chiara Di Benedetto e Matteo Viale e a un gruppo di studentesse e studenti della laurea specialistica in Comunicazione delle organizzazioni complesse dell’Università di Padova, ho provato a “tradurre” in italiano il libretto di istruzioni del Ministero. Abbiamo cercato di dare ordine al testo, di usare le parole più comuni e comprensibili, di snellire le frasi, di ridurre i riferimenti alle leggi che rompono il filo del discorso: abbiamo cercato di farne, insomma, davvero un manuale di istruzioni e non un minitrattato di diritto amministrativo. Il risultato è pubblicato nel volume Le “Istruzioni per le operazioni degli uffici elettorali di sezione” tradotte in italiano. Omaggio al Ministro dell’Interno, Padova, CLEUP, 2008. La nostra traduzione dimostra che, se si vuole, si può: si può scrivere in maniera piana, comprensibile e usabile anche un testo di questa complessità, un vero e proprio libro. E si può risparmiare: la traduzione ha tagliato il 25% della lunghezza del testo originale, senza perdere un briciolo di informazioni. Se si pensa che la tiratura del libretto è dell’ordine delle centinaia di migliaia di copie, si capisce quanta carta e quanto denaro pubblico si possono risparmiare: è un bene in generale, lo è in particolare in questo periodo di spending review.

cancellieri.jpgAbbiamo inviato l’esperimento di traduzione all’allora Ministro, Giuliano Amato. Al cambio di governo l’abbiamo inviato al suo successore, Roberto Maroni. Nel testo abbiamo scritto: “Certamente il Ministro e i suoi funzionari potranno fare di più di quanto abbiamo potuto fare noi” e avevamo aggiunto: “ci auguriamo che il Ministro e i suoi funzionari vogliano farsi carico della revisione di uno strumento, quello delle Istruzioni, che, costruito inizialmente con una logica rigorosa, ha perso negli anni aggiunta dopo aggiunta, il nitore iniziale e ha visto cambiare radicalmente le caratteristiche dei suoi destinatari”. Il Ministero si era trovato, gratis, una proposta di revisione del testo, che poteva portare a due risultati: quello del risparmio (il nostro testo è più breve di circa un terzo di quello ufficiale) e quello di una maggiore efficacia, e quindi efficienza. Ma non ne hanno fatto nulla. L’abbiamo anche inviato all’attuale Ministra, Annamaria Cancellieri, che ha avuto almeno la cortesia di inviarci immediatamente un biglietto di ringraziamento.

carofiglio.jpgSono altri ad aver apprezzato il nostro lavoro. Gianrico Carofiglio, a p. 143 del libro La manomissione delle parole, a cura di Margherita Losacco, Milano, Rizzoli, 2010, ha scritto: “Nel 2008 Michele Cortelazzo, italianista dell’Università di Padova, ha impegnato un gruppo di studenti in un laboratorio di ri-scrittura delle Le istruzioni per le operazioni degli uffici elettorali : l’apprezzabile frutto di questo lavoro collettivo è un manualetto agile, redatto in uno stile limpido e chiaro a tutti“.

stella.jpgGian Antonio Stella, nel «Corriere della sera» del 25 marzo 2010, ha presentato così il lavoro: «È questo il punto: che senso c’è a incendiare un po’ di scatoloni di detriti burocratici che parlano di «concessioni per tranvia a trazione meccanica» o di «acquisto di carbone per la Regia Marina» se poi gli spazi svuotati da quelle regole in disuso vengono riempiti da nuove norme ancora più confuse, deliranti, incomprensibili? La risposta è in un prezioso libretto curato dal preside della facoltà di lettere e filosofia di Padova Michele Cortelazzo. Si intitola: Le istruzioni per le operazioni degli uffici elettorali di sezione tradotte in italiano. Sottotitolo: Omaggio al ministero dell’Interno. Non fosse una cosa seria, potrebbe essere scambiata per satira: se le regole elettorali fossero comprensibili, perché mai dovrebbero essere «tradotte in italiano»?».

La sagacia del Presidenteultima modifica: 2013-02-23T16:00:00+01:00da cortmic
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