Chi sono

DSC02090.jpgSono un professore. Mi chiamo Michele Cortelazzo e insegno Linguistica italiana all’Università di Padova (e anche all’Università di Fiume). Mi occupo soprattutto di italiano contemporaneo.

Ho una pagina web (www.cortmic.eu), nella quale trovate maggiori informazioni su di me.

Ho anche un profilo facebook. Ma soprattutto, in facebook, ho una pagina, che si chiama come il titolo di un mio libro, Sentieri della lingua, nella quale cerco di linkare il maggior numero di pagine web che affrontano problemi linguistici di attualità.

Chi sonoultima modifica: 2013-11-30T22:53:16+01:00da cortmic

8 pensieri su “Chi sono

  1. Oggi 8 maggio 2018, è comparso su “Metro”, edizione di Milano, un articolo imbarazzante di Maurizio Guandalini, dal titolo “Noi, la nostra politica e il venditore di stoffe Friki”.
    Il testo è pieno di errori e il significato è incomprensibile.

  2. Buongiorno,
    ho letto con interesse il suo articolo pubblicato il 29 febbraio 2016 dal titolo:
    “Meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora”
    In particolare ho trovato utile la lettura di alcuni documenti cui Lei fa riferimento per approfondire una questione che mi sta a cuore.
    Deve sapere che mio nonno Corrado Rampa, volontario diciassettenne all’epoca della prima guerra mondiale, lasciò un memoriale da cui risulta essere stato l’autore della famosa scritta poi trovata sul muro a Fagaré.
    Non avendo motivo di dubitare della verità di quanto scritto e sostenuto da mio nonno scrissi a mia volta, un paio d’anni fa, un testo in cui si rievocava l’episodio per dare un ulteriore contributo alla conoscenza dei fatti storici ed a restituire il senso originario che quella scritta ebbe nell’intenzione dell’autore.
    Ecco il link dell’articolo: https://ilquartore.wordpress.com/2017/01/22/la-verita-di-mio-nonno-contro-la-retorica-del-regime-una-storia-del-novecento/
    Ora però vengo a conoscenza dell’articolo del Fraccaroli sul Corriere, datato 31 luglio 1918, che anticipa di almeno due mesi la data di scrittura della frase, che mio nonno sostenne di aver tracciato nei primi di giorni di ottobre di quell’anno.
    Prima di ammettere che mio nonno si fosse inventato tutto (cosa che mi appare tuttavia insensata) ho riflettuto sulle diverse testimonianze a disposizione, ipotizzando l’esistenza in quei luoghi di più di una scritta, fra cui quella vista da Fraccaroli nelle immediatezze della barttaglia di giugno, che peraltro riporta il testo in modo differente, e quindi quella eseguita da mio nonno, che, forse suggestionato dalle forti emozioni, ritenne a sua volta di averla formulata ex-novo.
    Il destino volle poi che la frase di mio nonno fosse trasportata al sacrario di Fagaré e non l’altra, che presumibilmente, come risulta da un articolo de “Il Secolo d’Italia” da me pubblicato, fu scritta a Nervesa. E ciò spiegherebbe forse anche il motivo per cui il Pisciotta, il presunto altro “autore”, non volle mai presenziare alle celebrazioni ufficiali, visto che quella frase non era la “sua”.
    Curioso di conoscere il Suo parere in proposito, La ringrazio anticipatamente per il tempo dedicatomi e La saluto con cordialità.
    Paolo Rampa

  3. Sono una vecchietta di 71 anni che ha operato per 40 anni come Grafologo forense, che ha sufficientemente frequentato contesti istituzionali, si é esposta più volte in accesi e serrati contraddittori all’udienze in Tribunale, ha proposto elaborati scritti che la mia storia mi dice apprezzati.
    Dalla lettura delle molteplici modulistiche (mi pare 4) pervenute dalle Istituzioni che difendono e sorreggono il nostro vivere in questo periodo sottomesso al Covid 19, tre riflessioni.
    – Certamente chi le ha realizzate é scadente nella lingua italiana. Un consiglio, non si esponga così pubblicamente faccia un lavoro più da retrovia.
    – Deve avere in un angolo del suo apparato mentale il neurone che complica cose semplici. Quindi ritorni nelle retrovie e si metta in fila, non al Ministero, ma in un ufficio di collocamento.
    – Se per redigere un documento di tal fatta a qualcuno é uscito fumo dalle orecchie é conseguente chiedersi: – Quale fiducia si può avere in quelle personalià che gestiscono e organizzano, in questo momento grave e impegnativo, la situazione di una Nazione chiamata Italia?
    AD

  4. A proposito de ‘i/gli pneumatici’. Sono convinto (ma occorrerebbe riascoltare telecronache antiche) che il ruolo principale nel popolarizzare il progressivo passaggio da i a gli l’abbiano avuto i telecronisti delle corse di Formula 1. Mio padre era un gommista e ha sempre detto ‘i’. Io facevo lo stesso, ma ultimamente, influenzato dalla TV, spesso dico gli, pur propendendo in fondo per la forma popolare, anche se ‘pneumatici’ parola popolare non è.
    Ho anche sempre detto ‘i gnocchi’, come diceva mia madre. La scuola non mi ha mai convinto a passare a ‘gli’, ma ultimamente ci stanno riuscendo le trasmissioni di cucina, il che mi dispiace.
    profB

  5. Ho appena letto l’articolo sul cittadino che subisce la mutilazione degli organi genitali femminili. Spesso viene da chiedersi a chi è affidata la stesura di tali leggi. Interessante il suo blog.
    Un saluto

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