Chiarire, visto lo stile del documento, è una parola grossa.
L’episodio è, come accade sempre alle questioni controverse, complesso. C’era una decisione della magistratura di Venezia da portare a compimento. C’è stato l’intervento della polizia, nella scuola di Cittadella frequentata dal bambino; un intervento di supporto al padre, ha dichiarato, in una conferenza stampa, il questore di Padova. Montemagno.
Ma c’è stata anche una pesante débâcle comunicativa della questura di Padova, che ha mostrato, e continua a mostrare, di essere totalmente incapace di comunicare correttamente ed efficacemente con l’opinione pubblica. Al punto che ben presto, per mettere una pezza al fallimento comunicativo padovano, è dovuto intervenire (troppo precipitosamente?) il Capo della polizia, che ha espresso rammarico e ha chiesto scusa ai familiari del bambino. Ed anche la ministra degli Interni Annamaria Cancellieri ha dichiarato: «Ho visto il filmato del ragazzo e, come tutti, sono rimasta turbata da queste immagini», aggiungendo, con la prudenza che compete al suo ruolo: «prima di dare giudizi o emettere sentenze attendo serena di conoscere il risultato dell’indagine immediatamente avviata dal Capo della Polizia». E alla Camera, il sottosegretario Carlo De Stefano, ha ufficialmente dichiarato che “la scena del trascinamento del minore richiede che vengano espresse anche le scuse del Governo” e che il comportamento della polizia “non è sembrato adeguato rispetto a un contesto difficile e ostile”.
Ma ancora peggiore è stato il comunicato emesso dalla Questura e pubblicato, evidentemente con una certa distanza, nella versione online Mattino di Padova. Sembra quasi una parodia del noto articolo di Italo Calvino Per ora sommersi dall’antilingua, quello in cui Calvino parodiava la possibile verbalizzazione da parte di un brigadiere dei carabinieri di un banalissimo ritrovamento di alcuni fiaschi di vino rubati. Son passati quasi cinquant’anni, ma la Questura di Padova scrive ancora così:
Nella mattinata di mercoledì 10 ottobre veniva data esecuzione ad un provvedimento della Corte d’Appello – Sezione minori di Venezia che aveva disposto l’allontanamento del minore dall’ambiente materno, affidandolo in via esclusiva al padre con collocamento in una comunità. L’intervento è stato eseguito presso la scuola in quanto i tentativi esperiti in passato presso la casa materna e dei nonni non avevano avuto l’esito sperato perché il bambino si nascondeva alla vista degli assistenti sociali e del personale sanitario intervenuti.
Considerato che la Corte d’Appello ha recentemente rigettato un ricorso finalizzato alla sospensione del provvedimento presentato dalla madre, anche su indicazione del consulente della corte d’appello è stato individuato il plesso scolastico quale luogo ritenuto neutro e, quindi, idoneo all’esecuzione.
L’intervento ha comportato notevoli difficoltà per la reazione del bambino e l’opposizione energica di alcuni familiari della madre che cercavano di impedire al padre di condurre il minore alla comunità individuata. Si rendeva, pertanto, necessaria l’azione di supporto dei poliziotti intervenuti come previsto dalla citata ordinanza. L’autorità giudiziaria è stata informata dei fatti accaduti.
Che dire? Che i funzionari della questura di Padova non sanno scrivere in maniera rispettosa della lingua italiana e dei cittadini che la parlano. Che i funzionari della Questura di Padova non riescono a capire che di fronte a un episodio che ha profondamente impressionato ed emozionato l’opinione pubblica (a cominciare dalla seconda carica dello Stato, il Presidente del Senato Schifani) non possono reagire con una piatta, ottusa, inumana prosa burocratica. Che i funzionari della questura di Padova non sanno distinguere un comunicato stampa da un verbale. Che i funzionari della Questura di Padova non sanno neppure scegliere le informazioni da dare: in questi giorni non era in discussione la legittimità dell’intervento della polizia (solo di questo tratta il comunicato), bensì la modalità con cui si è svolto.
Insomma, un totale fallimento comunicativo.
Di cui vediamo ora le conseguenze, anche sul piano internazionale: ecco come presenta la notizia il maggior quotidiano spagnolo, El Pais: