Sembra un esercizio di humor nero, e comunque le ironie si sono sprecate. Per come è scritto, infatti, sembrerebbe che fosse il defunto a dover dichiarare di essere morto.
Le ironie contro il Comune di Saronno sono giustificate, ma più sul piano dell’espressione usata che sul piano della sostanza. Il modulo di autodichiarazione risponde a una precisa possibilità offerta dal Decreto del Presidente della repubblica del 28 dicembre 2000, n. 445, “Disposizioni legislative in materia di documentazione amministrativa”, che all’art. 46 inserisce il decesso del coniuge, dell’ascendente o discendente tra gli stati che possono essere autocertificati (come anche, ad es., la propria esistenza in vita). Si tratta, quindi, di un’agevolazione al cittadino, che può autocertificare la morte di un congiunto, invece di dover andare in Comune e farsi rilasciare un certificato.
Questa vicenda mostra, però, una cosa che chi osserva le attività dell’amministrazione pubblica e le sue consuetudini comunicative conosce bene: l’amministrazione pubblica riesce a comunicare male anche le cose buone (e delle volte le cose buone esistono anche nell’amministrazione pubblica).
Dopo l’esplosione, nel settembre del 2012, di polemiche e ironie, dal Comune di Saronno hanno risposto nel modo giusto: «Stiamo vedendo come cambiare la definizione, forse con “Dichiarazione sostitutiva certificato di morte”». Sì, è questa la soluzione, adottata anche da altre amministrazioni:
Ma perché non pensarci subito? Perché non accorgersi prima degli effetti indesiderati che la dicitura prescelta avrebbe potuto causare?
Per varie ragioni. Per disattenzione. Perché spesso chi scrive moduli non è abituato a mettersi nei panni del destinatario: per così dire, scrive, ma non legge. Ma anche perché, spesso, i moduli di un singolo Comune sono basati su modelli proposti da associazioni, aziende di consulenza o altre fonti e non sempre i modelli proposti sono adeguati. E difatti, in rete, si trovano in molti siti modelli come questo:
Sì, a patto che la fonte primaria sia predisposta da persone capaci. Altrimenti l’effetto è questo dell’autodichiarazione di morte: la fonte scrive male, tutti le vanno dietro, acriticamente, e producono centinaia, se non migliaia, di messaggi inadeguati.