Accademia d’arte grammatica: pentiscano

Continuo a pubblicare le risposte che ho dato nella rubrica Accademia d’arte grammatica della trasmissione radiofonica La lingua batte. La risposta contenuta in questo post è andata in onda nella puntata del 3 maggio 2014 (il podcast è disponibile, come per tutte le puntate, nel sito della Rai).

linguabatteAmedeo Gigli ci ha scritto qualche tempo fa: «Il Papa […] sul notiziario di RADIO 3 riguardo l’eccidio della famiglia in Calabria ha detto: “che i responsabili della morte del povero Cocò si pentiscano”. Oltre l’orrore c’è ancora qualcosa che mi suona male o sbaglio?»

papaPapa Francesco sa bene l’italiano, anzi benissimo, ma ogni tanto presenta qualche influsso del suo spagnolo, o qualche estensione sbagliata di regole esistenti. Per es. da dove viene questo pentiscano? Nasce per analogia su verbi come obbedire (obbediscano), gestire (gestiscano). Ma allora, perché mai pentire non fa pentiscano? Perché gestire e obbedire al presente fanno gestisco, obbedisco, pentire no, fa (mi) pento. C’è dunque omogeneità all’interno del paradigma. Ma attenzione, nel 1554, in un libro di devozione scritto da un canonico bolognese (don Serafino da Bologna, autore della traduzione in volgare del volume Pharetra Divini Amoris, Venezia) si legge: «che nella morte veramente si pentiscano». Insomma, Papa Francesco aveva dei precedenti, per così dire, in casa.

Accademia d’arte grammatica: pentiscanoultima modifica: 2014-06-02T11:23:06+02:00da cortmic
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