Accademia d’arte grammatica: gli pronome plurale

linguabatteLa lingua batte è una trasmissione radiofonica che si occupa di lingua italiana. Va in onda dall’anno scorso ogni sabato alle 14.00, è curata da Cristina Faloci ed è condotta da Giuseppe Antonelli, professore di Linguistica italiana all’Università di Cassino.

All’interno della trasmissione c’è una rubrica, Accademia d’arte grammatica, affidata periodicamente a linguisti diversi, nella quale l’esperto di turno risponde ai quesiti degli ascoltatori. Per alcune puntate le risposte le ho date io. Tutta la trasmissione è recuperabile, e scaricabile, nel sito della RAI. Ho pensato, tuttavia, di riportare anche nel blog il testo delle mie risposte, ripulito dei colloquialismi e dei lapsus che talvolta produciamo quando parliamo, anche di cose serie e anche dopo che ci siamo preparati. Ma chi vuole sentire la versione orale, lapsus compresi, può ricorrere al podcast.

Andrò a ritroso, cominciando dalla puntata di ieri, 17 maggio 2014, l’ultima alla quale ho partecipato, almeno per quest’anno (il podcast è, per chi lo voglia, già in rete).

lingua_batteLa domanda di Marco riguarda gli ho detto in luogo di ho detto loro. Ci chiede: «è accettabile?». La domanda riguarda, è chiaro, l’uso di gli pronome dativo plurale.

decameron
Questo uso di gli è costante nella storia dell’italiano. È presente negli autori del Trecento. L’ha usata, per esempio, Boccaccio nel Decameron, dove si legge: «Ma poi che con loro in piacevoli ragionamenti entrata fu… essa piacevolmente donde fossero e dove andassero gli domandò» e non «piacevolmente donde fossero e dove andassero domandò loro».

L’italiano normativo, nel corso dei secoli, ha cercato di distinguere il singolare dal plurale, utilizzando gli nel primo caso e loro nel secondo: gli ho detto se parlo di mio fratello, ho detto loro  se parlo dei miei amici. Ma loro si distingue in modo radicale dagli altri pronomi dativi: è bisillabo, tonico, posposto, mentre mi, ti, gli, le sono monosillabi, atoni, preposti. Insomma, loro non funziona bene rispetto al paradigma generale dei pronomi dativi italiani.

lingua_nostraCosì, quando Robert A. Hall jr. ha dedicato uno studio pionieristico sull’argomento (Statistica grammaticale. L’uso di gli, le e loro come regime indiretto, “Lingua Nostra” XXI, 1960, pp. 58-65), ha documentato che negli anni Cinquanta, già negli anni Cinquanta possiamo dire, gli imperava nei romanzi, era molto meno presente nei giornali, quasi assente nei saggi (ma anche qui qualche traccia di gli per loro la troviamo).

Quindi, la risposta a Marco è: sì, gli plurale è accettabile; e, direi, nei contesti meno formali (che so, al bar o tra gli studenti in attesa dell’inizio delle lezioni) è d’obbligo.

Accademia d’arte grammatica: gli pronome pluraleultima modifica: 2014-05-18T13:05:20+02:00da cortmic
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