I dieci anni della Rete per l’eccellenza dell’italiano istituzionale

REI-2005Il 23 novembre 2005, al Centro conferenze Albert Borschette di Bruxelles, si tenne la prima riunione della REI, che allora si chiamava Rete di eccellenza dell’italiano istituzionale.

Oggi, esattamente a dieci anni di distanza, nella sede della Rappresentanza della Commissione europea in Italia, a Roma, si tiene la XVII giornata della REI (diventata, nel frattempo, Rete 111per  l’eccellenza dell’italiano istituzionale), che ha per tema La REI ieri, oggi e domani. Decennale della Rete per l’eccellenza dell’italiano istituzionale.

La REI è stata promossa dalla Direzione generale Traduzione della Commissione europea ed è costituita da esponenti dei servizi linguistici delle istituzioni dell’Unione europea e della pubblica amministrazione italiana e svizzera, da ricercatori provenienti da varie università e da membri di enti di normazione, di associazioni di terminologia e di traduzione.
La sua finalità è facilitare la comunicazione istituzionale di qualità, vale a dire in un italiano chiaro, comprensibile e accessibile a tutti.
quadernoGli strumenti di lavoro e di diffusione dei risultati ottenuti sono:

parole_preciseCome ha riconosciuto Gianrico Carofiglio (Con parole precise. Breviario di scrittura civile, Roma-Bari, Laterza, 2015, p. 70), «un gran lavoro sta facendo, negli ultimi anni, la Rete per l’eccellenza dell’italiano istituzionale, che si muove in un’ottica europea».

Fondamentale nelle attività della REI è il Manifesto per un italiano istituzionale di qualità, che riporto in versione integrale, in quanto è la migliore spiegazione delle attività, e delle utopie forse, della Rete per l’eccellenza dell’italiano istituzionale.

PAROLE CHIARE PER TUTTI
MANIFESTO PER UN ITALIANO ISTITUZIONALE DI QUALITÀ

Da anni si susseguono gli sforzi per abbattere le barriere linguistiche che dividono le istituzioni pubbliche dai cittadini. Sono state avviate iniziative per migliorare la redazione delle leggi, nazionali e regionali, e degli atti delle istituzioni europee e per semplificare il linguaggio con cui le amministrazioni pubbliche comunicano con i cittadini. Ma il risultato di tutti questi anni di analisi, di elaborazione e di proposte è più modesto di quanto avessimo sperato.
Per favorire il processo di miglioramento dell’italiano istituzionale, nel 2005 è sorta, per impulso del Dipartimento italiano della Direzione Generale per la Traduzione della Commissione europea, la REI, Rete per l’eccellenza dell’italiano istituzionale. La REI riunisce persone che, a vario titolo, si occupano professionalmente della redazione o della traduzione di testi istituzionali e del loro studio. La REI favorisce il contatto tra varie iniziative volte a facilitare la comunicazione istituzionale in un italiano chiaro, comprensibile, accessibile a tutti e qualitativamente adeguato. Inoltra sviluppa azioni per favorire l’armonizzazione dei linguaggi specialistici e l’elaborazione di un consenso in materia di neologismi e terminologia perché l’italiano istituzionale sia una lingua quanto più possibile chiara ed efficace.
Ora la REI propone all’opinione pubblica, alle istituzioni, a tutti i dipendenti pubblici un Manifesto per una scrittura pubblica chiara, comprensibile e di qualità.

1. Diritti linguistici
È diritto di ciascuno rivolgersi alle istituzioni nella propria lingua e ricevere una risposta nella stessa lingua, purché questa sia una lingua delle istituzioni. Tuttavia, per garantire questo diritto, non è sufficiente rispettare le regole grammaticali; occorre anche fare in modo che i testi istituzionali siano redatti secondo principi stilistici e comunicativi che li rendano leggibili per il grande pubblico.

2. Limiti dell’attuale italiano istituzionale
L’italiano istituzionale risulta ancora scarsamente accessibile a chi non appartiene alle istituzioni, caratterizzato com’è da un eccessivo, e spesso inutile, tecnicismo, da una tendenza all’amplificazione, da uno stile indiretto e poco trasparente; in altri termini, una lingua lontana da quella usata dai cittadini. Un tale strumento non è adeguato ai principi che oggi stanno alla base dei rapporti delle istituzioni con i cittadini: semplificazione, trasparenza, efficacia.

3. Principi di un italiano istituzionale di qualità
La lingua dei documenti ufficiali e quella usata nelle interazioni istituzionali deve essere al tempo stesso una lingua accessibile alla maggior parte dei cittadini, nei limiti permessi dalla complessità dei contenuti da trasmettere, e una lingua di qualità, adeguata al valore delle istituzioni che emettono i testi.
La lingua dei testi istituzionali, scritti e orali, deve rispondere a criteri di chiarezza, precisione, uniformità, semplicità, economia. Questi principi obbligano a prestare attenzione sia al lessico usato, sia al modo con cui vengono costruiti i testi e i discorsi.

4. Un lessico istituzionale accessibile
Per quel che riguarda il lessico, chiarezza, precisione, uniformità, semplicità, economia implicano la preferenza per parole il più possibile univoche ed esplicite, ma allo stesso tempo, tutte le volte che ciò sia possibile, per parole conosciute dalla maggior parte dei cittadini. In particolare deve essere perseguita l’armonizzazione terminologica delle fonti del diritto in italiano, nel rispetto delle peculiarità delle diverse realtà istituzionali nelle quali è usata la lingua italiana. In questo quadro è essenziale il ruolo della traduzione, dato che sempre più i fondamenti della nostra vita sociale vengono elaborati in un’ottica europea, caratterizzata dal multilinguismo. È quindi necessario armonizzare i linguaggi specialistici e raggiungere un consenso sui neologismi e sulla terminologia, per fare in modo che l’italiano istituzionale sia una lingua quanto più possibile chiara ed efficace.

5. Testi istituzionali leggibili
Per rendere accessibili alla maggior parte dei cittadini i testi istituzionali, non basta prestare attenzione alle parole. Occorre scrivere testi che non richiedano particolari competenze specialistiche per essere compresi. Occorre puntare a migliorare la chiarezza della redazione legislativa, in particolare attraverso una riflessione costante sulle regole di redazione dei testi normativi emanati dalle istituzioni che utilizzano l’italiano come lingua ufficiale, in tutte le loro forme (leggi, direttive, regolamenti, circolari, ecc.), la loro strutturazione e il loro contenuto, i risvolti applicativi problematici. Occorre anche giungere a una armonizzazione dei suggerimenti redazionali.

6. Sviluppare nei cittadini la consapevolezza dei loro diritti e ascoltarne le richieste
I cittadini, destinatari delle comunicazioni istituzionali, esprimono in diverse forme le loro richieste: tramite proteste esplicite rivolte alle istituzioni, che difficilmente diventano di dominio pubblico, tramite lettere ai giornali, blog, ma anche tramite prese di posizione delle associazioni di consumatori e di cittadini. È compito delle istituzioni pubbliche ascoltare queste osservazioni. È loro compito anche sviluppare nei cittadini, a cominciare dalla scuola, la consapevolezza del valore etico della chiarezza e dell’importanza di un uso adeguato del linguaggio per favorire una cooperazione efficace tra istituzioni e cittadini.

7. Sviluppare la consapevolezza comunicativa dei produttori di testi istituzionali
Prima ancora di costruire e diffondere strumenti per migliorare la qualità dei testi istituzionali italiani, scritti e orali, è necessario sviluppare in tutti gli autori la consapevolezza dei problemi comunicativi che si frappongono alla piena fruizione di tali testi. Troppo spesso la prospettiva di chi produce testi istituzionali fa prevalere una logica interna rispetto a un’apertura verso le esigenze del destinatario; spesso le necessità procedurali prevalgono sulle esigenze comunicative; raramente il produttore tiene conto del grado di istruzione del cittadino medio. Senza questa consapevolezza, ogni indicazione tecnica per la redazione di testi leggibili e per l’uso di un lessico comprensibile risulta astratta.

8. Strumenti per la produzione di un italiano istituzionale di qualità
Servono strumenti di sostegno alla produzione di testi istituzionali, scritti e orali: manuali redazionali, banche dati lessicali e terminologiche. Strumenti di questo genere esistono, ma non sono sempre accessibili a tutti gli operatori che potrebbero averne bisogno, non rispondono a criteri omogenei o condivisi o non presentano con chiarezza i principi che li hanno generati. Per questo, spesso non sono usufruibili o portano a risultati incoerenti, di scarsa utilità per la qualità dei testi prodotti.
Per l’utilizzo corretto e la diffusione di buoni strumenti di sostegno è fondamentale lo sviluppo di progetti di formazione destinati agli attuali e ai futuri redattori di testi istituzionali.

9 . La cooperazione come strumento essenziale
Serve una stretta cooperazione tra chi opera nelle istituzioni, a tutti i livelli, e ha già maturato consapevolezza ed esperienze nel campo del miglioramento della qualità dei testi istituzionali.
Inoltre, è importante l’intervento di chi studia i problemi della comunicazione verbale pubblica o di chi può offrire consulenza su singoli problemi.
È basilare promuovere il dialogo su temi linguistici tra chiunque desideri mettere in comune parte delle proprie risorse intellettuali e dei propri strumenti di lavoro e collaborare alla creazione di nuovi strumenti linguistici e terminologici: addetti ai lavori, comunicatori pubblici, traduttori istituzionali, linguisti, italianisti, opinionisti, insegnanti, giornalisti, ecc.
È fondamentale che chi condivide i contenuti di questo manifesto si faccia portatore dei principi e delle finalità di una nuova comunicazione istituzionale e applichi nel proprio lavoro quotidiano le buone pratiche e gli strumenti messi in comune.

10 . Testi istituzionali comprensibili come strumento di democrazia
L’attenzione alla qualità dell’italiano istituzionale non va vista solo come la realizzazione di ideali stilistici o l’adeguamento a modelli formali coerenti. Promuovere la trasparenza e la chiarezza dei testi e preoccuparsi della loro capacità comunicativa , significa dare a tutti i cittadini le basi per difendere i propri diritti e non eludere i propri doveri.

Questo manifesto è stato approvato dalla REI (Rete per l’eccellenza dell’italiano istituzionale) a Bruxelles il 26 aprile 2010 nel corso della IX giornata REI. Quanti si riconoscono in questo manifesto sono invitati a diffonderlo, a farne propri i principi, a darne attuazione concreta nel loro lavoro. Chi promuove la conoscenza del manifesto è pregato di darcene notizia scrivendo all’indirizzo DGT-IT-REI@ec.europa.eu.

 

I dieci anni della Rete per l’eccellenza dell’italiano istituzionaleultima modifica: 2015-11-23T10:24:00+01:00da cortmic
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