Gianfranco Folena a vent’anni dalla morte

Vent’anni fa, il 14 febbraio, Gianfranco Folena ci ha lasciato. Ma permane vivo e indelebile il suo insegnamento, gianfranco folenache è rimasto nella memoria dei suoi numerosissimi studenti, che è continuato nell’attività dei suoi allievi, che è tramandato dai suoi scritti.

Dopo la sua scomparsa, allievi e colleghi hanno dato alle stampe molti suoi saggi, raccogliendoli in diversi volumi: Filologia e umanità, a cura di Antonio Daniele, Vicenza, N. Pozza, 1993; Scrittori e scritture, le occasioni della critica, a cura di Daniela Goldin Folena (la quale, oltre che allieva, di Folena è stata moglie), Bologna, Il Mulino, 1997; Textus testis, lingua e cultura poetica delle origini, Torino, Bollati Boringhieri, 2002. 1905781497.jpgInoltre, tra i “libri in arrivo” di Carocci, c’è anche Schede di «Lingua nostra» di Gianfranco Folena, a cura di Ivano Paccagnella. Queste opere si accompagnano a quelle uscite in vita, L’italiano in Europa, esperienze linguistiche del Settecento, Torino, Einaudi, 1983; Culture e lingue nel Veneto medievale, Padova, Editoriale Programma, 1990, Il linguaggio del caos, studi sul plurilinguismo rinascimentale, Torino, Bollati Boringhieri, 1991.

Sono tutte raccolte di saggi. Del resto, i suoi volumi giovanili, tranne la tesi sul Sannazaro, sono edizioni di testi; e anche il prezioso, e ora introvabile, volumetto Volgarizzare e tradurre, Torino, G. Einaudi, 1991 non è che un saggio lungo, che supera di poco le cento pagine. Come ha scritto Lorenzo Renzi, nel volume curato da Harro Stammerjohann, con la collaborazione di Hans-Ingo Radatz, Italiano lingua di cultura europea. Atti del simposio internazionale in memoria di Gianfranco Folena, Weimar 11-13 aprile 1996, Tübingen, Narr, 1997: “Il modo di lavorare di Folena è consistito non nella preparazione di libri organici dedicati a un solo argomento, ma in un numero straordinario di contributi monografici, sparsi nelle più diverse sedi. (…) Ma chi affronterà la ricerca, spesso difficile, dei suoi scritti maggiori ospitati in riviste e in volumi miscellanei, troverà sempre dei tesori”.

Per un bel profilo scientifico di Folena si può ricorrere alla voce che, sempre Lorenzo Renzi, ha redatto per il Dizionario biografico degli italiani.

Come già all’indomani della morte, e poi in occasione del decennale, anche quest’anno non sono mancati i convegni che hanno fatto il punto sull’eredità, scientifica e umana, lasciataci da Gianfranco Folena, e ben viva negli allievi, nei colleghi, ma anche in chi, ben più giovane, si accosta ora ai tesori sparsi nelle sue opere.

Il 2012 è stato, dunque, anno di convegni. Ma già nel 2011 l’Accademia della Crusca, nell’ambito dell’annuale manifestazione “La piazza delle lingue” ha dedicato un convegno all’Italiano in Europa nel XXI secolo. Per Gianfranco Folena.

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Quest’anno, la XL edizione del “suo” convegno interuniversitario di Bressanone è stato dedicato al tema Lingue, testi, culture. L’eredità di Folena, vent’anni dopo; mentre la Presidenza della Camera dei deputati ha organizzato il Convegno L’italiano in Europa, la lingua come risorsa. A vent’anni dalla scomparsa di Gianfranco Folena

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Il Comune di Padova ha deciso di intitolargli una via, la piazzetta pedonale da poco creata davanti a Palazzo Maldura, la sede universitaria che alla metà degli anni Settanta è divenuta sede, tra l’altro, del suo Istituto di Filologia Neolatina, e per la realizzazione della quale, con la sua sontuosa biblioteca a scaffale aperto, Gianfranco Folena tanto si era adoperato.

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Ma il ricordo più forte e più indelebile è quello che è rimasto nella memoria dei suoi numerosi allievi, che non possono dimenticare l’uomo, senza il quale non ci sarebbe potuto essere il grande Maestro, con la sua umanità e la sua generosità, con la sua capacità di dare fiducia a tutti e di far fruttare, quindi, le capacità, grandi o piccole che fossero, di ognuno. Doti che Folena aveva fin da giovane, se Giorgio Pasquali, uno dei suoi Maestri, scriveva nel 1942, a proposito, quindi, di un Folena ventiduenne: “di Gianfranco Folena non si ha notizie dall’ultimo d’ottobre, e la migliore ipotesi è che sia prigioniero. Io gli ho molto voluto bene per il calore umano, per l’amore verso i soldati, per quel suo esser libero da ogni egoismo”.

Gianfranco Folena a vent’anni dalla morteultima modifica: 2012-02-14T15:45:00+01:00da cortmic
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