Tutti corriamo il rischio di produrre refusi. Quando scriviamo su web, poi, il rischio aumenta a dismisura. Ma oggi, 13 luglio 2016, il «Corriere della Sera» ha proprio esagerato.
Nel dare la notizia della condanna definitiva di Giuliano Soria, ex presidente del Premio Grinzane Cavour, una doppia di troppo ha fatto diventare cappi (plurale di cappio?) i capi d’imputazione:
Un’involontaria amara ironia per il povero Soria, incappato nelle severe maglie della giustizia, ma non fino al punto di essere impiccato.
Nella stessa pagina, però, fa bella mostra di sé un terribile errore morfologico: parlando dello strazio di un parente delle vittime del tremendo scontro ferroviario in Puglia, il «Corriere» on line sbaglia platealmente l’articolo determinativo e titola Il strazio del fidanzato di una delle vittime:
Errore ben più grave del precedente.
Ma non è finita qui. In home page un dà è diventato dò: sbagliata la persona, ma anche la grafia. Così leggiamo la Banca di Stato dò loro 42 sterline nel sommario odierno di un vecchio articolo di Eugenio Montale:
Il guaio del copia e incolla è che l’errore si ripete anche nell’articolo:
Un doppio errore nella presentazione di un articolo di Montale è il massimo. Se prima pensavo agli effetti del caldo estivo, o della riduzione degli organici per le ferie, ora riesco solo a pensare a un beffardo intervento del diavolo in persona.